ITALIA: A CHE PUNTO SIAMO?

Oggi l'Italia è il Paese in Europa con la minore crescita economica e il più basso indice di sviluppo. La crisi del sistema produttivo è sotto gli occhi di tutti: il risparmio delle famiglie si assottiglia quotidianamente, le piccole e medie imprese risultano abbandonate a sé stesse. Il governo non è stato in grado di scaricare la pressione fiscale dal lavoro, dalle imprese e dalle famiglie per caricarla su rendite ed evasione fiscale. Nell'orizzonte di Berlusconi non c' è traccia di alcuna strategia per il lungo e medio periodo. La de-industrializzazione delle più importanti realtà produttive è un dato di fatto.
Il fallimento del governo Berlusconi è reso ancora più evidente dal flop del federalismo. Finora, l'unica devolution messa in campo dalla maggioranza - quella demaniale - si è rivelata un'autentica “bufala”: a Comuni e Province sono state girate unicamente le spese di manutenzione di infrastrutture dismesse, edifici diroccati, argini. Analoghi risultati sono stati ottenuti con il Piano per il Sud; progetto rimasto sempre e solo sulla carta, proprio come il completamento della Salerno-Reggio Calabria, che Berlusconi promette dalla sua discesa in campo sino al recente rinvio al 2013.


 

Non va meglio sul fronte della sicurezza. Da mesi le Forze dell'ordine lanciano ripetuti allarmi per la messa a rischio del controllo del territorio e della prevenzione alla criminalità comune e organizzata, a causa dei tagli indiscriminati previsti dalla Manovra di Tremonti. I presìdi di polizia lamentano una costante carenza di uomini, strumenti e mezzi in dotazione, a cui si aggiunge il fallimento del progetto delle ronde. Ma l'emblema dell'azione della maggioranza è il taglio di risorse alla scuola e all'università. Il governo in due anni ha ridotto di oltre 8 miliardi di euro i finanziamenti all'istruzione e alla ricerca.
Questa è stata la scelta più grave perché, per uscire dalla crisi, l'Italia dovrebbe investire di più nel sapere e nella conoscenza, come stanno facendo gli altri paesi dell'Unione europea e gli Usa. Così il nostro Paese pregiudica il futuro delle giovani generazioni e lo sviluppo economico.

 Negli ultimi due anni abbiamo assistito al pericoloso tentativo di smantellare gli strumenti fondativi della democrazia: dalla mortificazione della magistratura, con continui tentativi di cancellarne l'autonomia prevista dalla Costituzione, al Parlamento, sempre più esautorato delle proprie funzioni
istituzionali. Risultano emblematici, da questo punto di vista, i 36 voti di fiducia chiesti a Camera e Senato e l'emissione di ben 54 decreti legge dalla data dell'insediamento del governo. Per queste ragioni il Partito Democratico si sta battendo in Parlamento e nel Paese per aprire una fase nuova. Il governo Berlusconi si deve dimettere perché ha fallito in tutti i campi. Serve una nuova maggioranza per cambiare la legge elettorale, restituendo ai cittadini il diritto di scegliere i propri rappresentanti e modificando il premio di maggioranza. A quel punto si potrà finalmente tornare a votare, per voltare pagina.

 

Alessandro Naccarato,

Deputato Partito Democratico

torna all'indice - Finestra a 3st - novembre 2010