Laboratorio naturalistico "Le Volpaie" Agosto-Settembre 08 38

Foglio di memorie e notizie, resoconto delle attività svolte nell’area dell’ex discarica "Le Volpaie"

a cura della Sezione Pratese del G.I.R.O.S. - Gruppo Italiano Ricerca Orchidee Spontanee. tel:0574-603143

Prima sommergibili poi elicotteri

L’acqua immobile del laghetto, ferma ad una sorta di letargo estivo, segnato da un’ inesorabile evaporazione, ha favorito invece lo sviluppo di una ricca fauna acquatica. Per la prima volta da quando c’è il laghetto, abbiamo avuto la soddisfazione di vedere sul fondo di questa pozza d’acqua le larve di Libellula; quello strano elicottero animale vero antenato volante nel mondo degli insetti. A condividere le stesse acque, in una sorta di gara per la sopravvivenza, anche numerosissime Notonecta, una specie di cimice acquatica assidua frequentatrice del laghetto, nonché 3 esemplari di rana verde, probabilmente Rana esculenta o lessonae che da quest’inverno costituiscono una presenza fissa. Quest’anno poi, provenienti non si sa da dove, alcune piante di Tipha hanno messo all’ancora i loro minuscoli rizomi, arrivando finalmente a colonizzare le acque della nostra pozza. In effetti già in Maggio avevo avuto la fortuna di notare lo strano comportamento di una libellula adulta. In volo sul pelo dell’acqua, scendeva ritmicamente su questa colpendo con l’estremità dell’addome la superficie. Un sistema arcaico quanto volete ma caratteristico per alcune specie di Libellula di deporre le uova, che cadrebbero così libere in acqua. Ovviamente in acque del tutto ferme come quelle del laghetto. Le larve contate in Luglio parevano essere almeno una quindicina, tante di colore bruno-scuro distese sul fondo e sui sassi, una sola di colore verdolino aggrappata ad un filo d’erba sommerso e probabile specie diversa. Tutte comunque di aspetto sinceramente schifoso, vomitevole, a metà tra un ragno e un verme ma non per questo meno interessanti da osservare. In Agosto, per via della forte riduzione d’acqua è sembrato di contarne di meno e soprattutto si sono rilevate sul fondo numerose carcasse, probabili resti di mute, fase questa caratterizzante la vita acquatica di questi insetti. La muta avviene infatti ad ogni sviluppo e può susseguirsi in tempi anche abbastanza veloci anche se molto dipende dalle condizioni ambientali in cui esse vivono. Possono infatti trascorrere brevi periodi nel fango, fuori dall’acqua, ma è solitamente in questa che avvengono tutte le funzioni vitali tra cui ad esempio la nutrizione. Le larve sono infatti feroci predatrici, adottando una caccia del tipo ’’alla posta’’, restando immobili finché la preda non passa loro a tiro. Scarse sono le notizie sulle loro abitudini alimentari come sul possibile cannibalismo, in genere si ciberebbero di altri insetti, crostacei, gasteropodi ma anche di girini ed avannotti di pesce.

Occhio di Falco

E’ Agosto inoltrato quando la continua evaporazione d’acqua per il caldo e la prolungata assenza di pioggia ci costringono più di una volta ad intervenire con l’apporto di acqua da serbatoi e pozzi in modo da garantire un filo di sopravvivenza a quei poveri animaletti. Frattanto il taglio industriale dell’erba sui prati della discarica, effettuato dal Comune, ha creato all’improvviso un territorio di caccia ideale per gli uccelli rapaci che attirati in gran numero fanno la loro apparizione sia di giorno che di notte. Ai vertici della catena alimentare sembrano assoluti padroni dell’aria e di quanto avviene a terra. Improbabili da riconoscere ad occhio nudo, le specie più assidue sembrano essere il Gheppio e la Poiana viste in ambedue i casi anche a due coppie per volta, il Gheppio in particolare nel fare lo spirito santo e la Poiana volteggiare su correnti ascensionali o rasentare con voli bassi la parete rocciosa della cava per poi andare a posarsi sul ramo in vista di un vecchio pino secco. Ma è stato anche il caso di rapaci notturni. Visti almeno una volta appollaiati sulla rete di recinzione per nulla intimoriti dal passaggio della nostra auto a fari accesi nella notte.

 

Un prototipo volante

Non è stato l’anno degli insetti. A Giugno ha fatto freddo e forse anche per questo sono mancate quelle invasioni tipiche degli anni passati quando cavallette, vespe, calabroni, bruchi, apparivano in massa alle Volpaie. In Settembre però siamo riusciti ad apprezzare, ns malgrado, l’insistente presenza di mosche cavalline. Fastidiosissimi Ditteri, succhiatori di sangue e veicoli di spaventose malattie, che trasportano da animali selvatici e domestici verso l’uomo. Attirati dal passaggio di cavalli da maneggio lungo la strada bianca che conduce alle Volpaie, ronzano attorno alle lamiere calde dell’auto, ed entrando dai finestrini finiscono sui vestiti in cerca di qualcosa di buono da mangiare. Una specie in particolare è risultata oltremodo odiosa, restando avvinghiata ai vestiti che più la scacciavi più ci ritornava con insistenza. Dalle forme improbabili tanto da sembrare il prototipo volante di una macchina infernale, ha il profilo schiacciato, capo e ventre affossati rispetto alle zampe così che alla frustata di una coda o al colpo di una mano risulta impossibile da abbattere. Una sera ce ne siamo portata una fin dentro casa, era rimasta sulla maglia. Ho dovuto schiacciarla con forza. Si chiamava Hippobosca equina.

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