Laboratorio naturalistico "Le Volpaie" Gennaio 2006 25

Foglio di memorie e notizie, resoconto delle attività svolte nell’area dell’ex discarica "Le Volpaie"

a cura della Sezione Pratese del G.I.R.O.S. - Gruppo Italiano Ricerca Orchidee Spontanee. tel:0574-603143

All’insegna dell’acqua                   

Contrariamente al periodo di relativa siccità che di solito si manifesta a Gennaio, quest’anno, grazie forse alle piccole nevicate cadute nei giorni dopo Natale ed alle successive piogge, l’apporto idrico su tutta l’area pratese è stato intenso. Naturalmente anche alle Volpaie si sono visti i benefici influssi di questi accadimenti soprattutto con un continuo rifornimento d’acqua verso il Laghetto del Pettirosso e la sottostante area umida di Lago Scuro.  La costante presenza di acqua, caduta tra l’altro senza eccessiva turbolenza, e la concomitanza nei primissimi giorni dell’anno di alcune giornate di sole e temperature un po’ più dolci hanno permesso l’osservazione di nuove specie acquatiche, evidenziate dalla limpidezza dell’acqua.  Prima fra tutte un’alga verde filamentosa che per la prima volta ha colonizzato il fondo del laghetto in un ammasso intricato distendendosi nella parte più bassa dell’invaso; poi è stata la volta delle larve di Tricotteri. Questi insetti sono ritenuti BIO – INDICATORI della qualità delle acque e ci stupisce vedere qui le loro larve, a così bassa quota, nel nostro laghetto. In genere è più facile notarle nelle acque dei torrenti di montagna, regno delle trote di cui queste larve sono facili ed ambite prede e dove riescono a sopravvivere alla corrente restando attaccate ai sassi sui quali riusciamo a distinguere bene gli astucci che queste costruiscono intorno al loro corpo e con i quali si proteggono. Per questo sono più spesso chiamate e forse meglio conosciute con il nome di PORTASASSI o PORTALEGNA. Lo sviluppo della specie dura un anno. Si pensa addirittura che gli adulti, simili a piccole farfalline e mediocri volatori, neppure si alimentino tanto breve è la loro vita terrena. Le uova depositate sul fondo secco in estate o sulla vegetazione riparia si schiudono nel volgere di poche settimane e con l’arrivo delle prime piogge le larve iniziano la loro vita acquatica che le porterà prima a svernare e poi, successivamente ad una metamorfosi primaverile, a sfarfallare all’esterno in estate.

 Il pettirosso, ... questo sconosciuto

A distanza di anni ci scopriamo ancora ignoranti in materia. Tutti lì, Domenica 15, a interrogarsi sulla natura del Pettirosso. Si perché anche se gli abbiamo intitolato un laghetto, la sua presenza è legata solamente a pochi mesi  l’anno ed era inverno, i primi di gennaio del 2004, che ci accorgemmo di lui. Fu durante i lavori di scavo del laghetto chiamato poi per l’appunto "Laghetto del Pettirosso".   In questo periodo le sue visite si fanno frequentissime. Vola da un posatoio all’altro, spostandosi con movimenti rapidi e precisi, rasoterra, sempre a due passi da noi. Ci segue nei lavori come un sovrintendente, interessato forse a quanto potrà trovare di buono da mangiare; ci osserva con quei suoi occhini pieni e si avvicina sempre più superando ogni comprensibile diffidenza.  Erithacus rubecula questo il suo nome scientifico è caratteristico per la  ben nota macchia rosso-arancio sul petto che presenta negli esemplari adulti dei due sessi ma non nei giovani. Vive di semi, piccoli insetti e larve, frutta, bacche e lombrichi.  In Autunno migra dai paesi dell’Europa continentale verso sud, atterrando anche in Italia, dove sverna; così noi possiamo accorgerci di lui e magari ascoltare il suo flebile canto  verso sera.  

Proseguono i lavori di taglio dei vecchi pini secchi per impedire improvvisi crolli dovuti al vento. Il loro tronco viene utilizzato per chiudere i varchi che gli animali selvatici si aprono nella recinzione nel tentativo di infiltrarsi alle Volpaie. Tra questi sembra ormai confermata la presenza dell’Istrice di cui spesso troviamo i famelici aculei.

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