Laboratorio naturalistico "Le Volpaie" Giugno 2006 28

Foglio di memorie e notizie, resoconto delle attività svolte nell’area dell’ex discarica "Le Volpaie"

a cura della Sezione Pratese del G.I.R.O.S. - Gruppo Italiano Ricerca Orchidee Spontanee. tel:0574-603143

C’è anche un mondo strisciante…                   

che inizia a farsi sempre più evidente. Oltre al già ben noto Ramarro, Lacerta viridis, rivisto sgattaiolare sui sassi nelle prime giornate di giugno e di cui si era persa ogni traccia dopo la tragica sparizione di qualche tempo fa; era infatti rimasto intrappolato in una delle tante abbruciature autunnali, fu ritrovato cotto stecchito in mezzo ai carboni delle fascine, è stata la volta appunto di un piccolo sauro: l’Orbettino. Anguis fragilis questo il suo nome scientifico per via della coda che al pari di altre sue cugine lucertole si spezzerebbe con estrema facilità. Può sembrare una piccola anguilla terrestre, ma anguis è per l’appunto sinonimo latino di serpe, che sguscia di mano appena possibile; se allenti la presa e non stai attento in un attimo è a terra, pronto a rifugiarsi tra l’erba, rendendosi con ciò quasi invisibile. La lunghezza dell’esemplare da noi catturato, fotografato e subito rilasciato era di 30 - 40 centimetri circa, un po’ meno della lunghezza massima della specie. Dalla tipica livrea si è trattato probabilmente di una giovane femmina. Queste sono ovovivipare, mettono alla luce da 4 a 26 piccoli orbettini, partorendoli in estate; la durata media della loro vita si attesterà intorno ai quaranta anni. Si nutrono di insetti, vermi, chiocciole, lucertole ma sono innocui per l’uomo. Durante la giornata estiva vivono al riparo della luce e del calore preferibilmente nei prati, nei boschi sotto una fitta coltre di foglie, ma anche sotto grosse pietre, tronchi abbattuti etc. per cui è facile imbattersi con questi animali per puro caso. Alle Volpaie l’abbiamo trovato così, durante la ripulitura del sottobosco al Rio Secco. Ben più evidente ma anche più sfuggevole è il Biacco, Coluber viridiflavus vero serpente di poche parole. Questo è un rettile nel vero senso della parola. Aggressivo con le sue prede ed anche con l’uomo se questo cerca incautamente di molestarlo. Si conoscono persone morse dal biacco per aver cercato di catturarlo. In effetti non è velenoso ma la sua dentatura e la sua forza lo rendono temibile anche per un esperto ed è meglio vederlo sfilare tra i rovi che attorcigliare al braccio con cattiveria. Potrebbe essere confuso con una biscia dal collare per quella loro colorazione verastra a fitta puntinatura ma non condividono gli stessi ambienti e poi sfido chiunque, tanti scappano a gambe levate già alla loro vista gridando alla vipera. E’ un ottimo corridore, è stato visto attraversare trasversalmente in salita la strada bianca che porta alle volpaie poco sotto Lago Scuro, rincorrere una lucertola per mangiarsela, non crediamo perché gli avesse tagliato la strada. Ora ditemi voi se avete mai visto una lucertola correre, quanto avrà corso il biacco? E’ un ottimo arrampicatore e lo si può trovare sui rami più bassi degli alberi o sui cespugli. Abbastanza lungo, ben oltre il metro, è riconoscibile per la sua pelle giallo verde e nera, con il nero che predomina. E’ stato visto anche in fondo al Rio Secco più o meno nella zona dell’orbettino.

Una colonia in muratura

E’ da almeno due anni che stiamo assistendo allo sviluppo di una cospicua colonia di api nere, dal nome di Chalicodoma parietina, queste sono però più simili a vespe in quanto costruiscono nidi in muratura e non producono affatto il miele. Maggio-Giugno sono i mesi in cui sfarfallano gli adulti formatisi all’interno delle cellette costruite nell’estate precedente e che lavoreranno alla manutenzione ed in parte ricostruzione del *patrimonio immobiliare*. Ovviamente questo è solo il nostro punto di vista; per quanto le riguarda c’è invece questa innata forza alla procreazione e mantenimento della specie che rivive ogni anno con l’inizio della buona stagione. Le cellette vengono raccolte in verticale all’interno di piccoli glomeruli di terra impastata non più grossi di un uovo. Eccezionale è vedere come avviene la raccolta della terra. Alle Volpaie con tutto il terreno esposto che c’è, ciò avviene solo in un punto sul piazzale di copertura della discarica. Le api completamente nere e ben visibili a terra raccolgono il terreno con le mascelle e trasportatolo poi ad almeno 100 mt. di distanza lo impastano con la saliva e murano il nido sotto alcune tettoie fisse dell’impianto autoclave. Altri adulti invece volano sui fiori, prevalentemente di Onobrychis viciifolia alla raccolta di nettare e pollini. In breve le cellette verranno di nuovo richiuse e la colonia sarà pronta a svernare.

notiziario in formato pdf (per stamparlo)

 

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