Laboratorio naturalistico "Le Volpaie" Marzo 2005     18

Foglio di memorie e notizie, Resoconto delle attività svolte nell’area dell’ex discarica "Le Volpaie"

a cura della Sezione Pratese del G.I.R.O.S. - Gruppo Italiano Ricerca Orchidee Spontanee. tel:0574-603143

 

Una stagione, in ritardo

La coda di freddo che da fine Febbraio ha caratterizzato la prima decade di Marzo ha portato non solo una fitta nevicata, tra la notte e la mattina del giorno 4, ma anche  un percepibile ritardo nell’inizio del periodo vegetativo e del caratteristico risveglio primaverile  visibili soprattutto a fine mese quando alberi ed arbusti ma anche specie erbacee tardavano ancora ad entrare in vegetazione. Trascurando il fatto che pure ha visto la neve perdurare a terra per lungo tempo – considerato infatti tutto il periodo nevoso precedente -  il freddo pungente con temperature massime sempre costantemente vicine allo zero ha influito negativamente sul disgelo ed il conseguente inizio vegetativo.  Va considerato inoltre lo scarso apporto  pluviometrico fin qui registrato. E’ dal qualche mese infatti che le piogge latitano mentre la neve caduta non ha potuto sopperire in tutto nello scongiurare la siccità. Così mentre negli anni addietro già si annotavano durante il mese di Marzo le prime fioriture di Papavero, quest’anno si vedono a malapena le prime foglioline basali. Si sono avute invece fioriture tipicamente tardo invernali fino ai primi giorni di  Primavera; in particolare Galanthus nivalis, Eranthis hyemalis, Hepatica nobilis, Leucojum vernum, restavano in fiore fino alla fine del mese.

 

Piccole rarità crescono

L’arrivo delle prime piogge, vera manna anche in questa stagione e le temperature miti di inizio primavera hanno di fatto sancito l’avvio del risveglio nel mondo animale e vegetale. Alle Volpaie ciò è avvenuto intorno alla fine del mese, quando anche alcune rarità vegetali coltivate in via sperimentale hanno mosso i loro primi passi. Tra queste la novità assoluta riguarda un esemplare di Dracunculus vulgaris  avuto in dono da un privato abitante di Montemurlo al quale era nato nel proprio giardino. Si tratta di una specie rarissima nell’Italia Centrale e Settentrionale dove si manifesta come avventizia, nota soprattutto per la caratteristica infiorescenza. Questa è costituita da una spata molto simile a quella del Gigaro o Pan di Serpe, suo parente stretto comunissimo dalle nostre parti, ove trova posto un organo fiorale che funziona più o meno allo stesso modo, trattenendo l’insetto impollinatore fino a quando necessita, ma attirandolo con uno stratagemma che risulta veramente indimenticabile. Il fiore che pure assume forme colorazioni e tonalità del tutto particolari andando dal verde pallido al violetto scuro porporino emana al momento della completa maturazione un odore nauseabondo; un puzzo tremendo di carogna imputridita  che difficilmente dimenticheremo con il quale attira insetti e calamita la nostra curiosità.                                     Per adesso la pianta si è limitata solo all’emissione delle foglie anch’esse del tutto particolari, per un certo verso mostruose perché nulla hanno a che vedere con foglie normali come siamo abituati a vedere e poi anche il fusto, abnorme nella tessitura - leopardata - dei colori e nella forma conica ben appuntita all’apice. Una visita a questa pianta vale da sola una salita alle Volpaie. Altra specie rara che in questi giorni di fine mese sta nuovamente germogliando è Osmunda regalis, la bellissima felce appartenente ad un genere molto antico, già ritrovato allo stato fossile negli strati dell’Era Terziaria. L’esemplare coltivato in via sperimentale nell’area umida di Lago Scuro sta distendendo la sua prima foglia. Ciò ci inorgoglisce un po’ visto che molto abbiamo fatto in questa zona delle Volpaie per ricreare il giardino umido, l’eden che pure esiste nell’insieme di ambienti dell’Area Protetta.

 

notiziario in formato pdf (per stamparlo)

 

torna all'indice