Foto delle Volpaie

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 il cartellone: ritorno alla natura è il motto da noi coniato per le Volpaie, ex discarica; i tre simboli da sx in alto sono del comune di Montemurlo del Giros e dell’ANPIL Monteferrato – area naturale protetta di interesse locale adesso accorpato alla provincia di Prato, il cartellone è posto nei pressi del cancello d’ingresso
il cartellone
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il simbolo: sono disegnati schematicamente da sx alcune penne e piume di civetta, trovate all’interno delle volpaie; un pezzo di ranocchiaia, una varietà di serpentino alquanto pregiata esteticamente costituita da matrice biancastra con minute venature nere e verdi.  Le serpentiniti in genere solo rocce metamorfiche di facile alterazione chimica e strutturale e presentano per propria natura varie formazioni al loro interno;  il fiore di tulipa  australis, tulipano montano, diffuso sui pendii rocciosi dei Sassi Neri località adesso inglobata nelle volpaie, fiorisce in maggio pur essendo spontanea non è una serpentinofita cioè non è endemica del serpentino.
il simbolo delle volpaie
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panoramica dal costone della ex cava di serpentino delle Volpaie ai Sassi Neri verso la valle del torrente Bagnolo, si vedono in basso a dx il centrovisite, il corpo della discarica a dx e sx ricoperto da un verde manto erboso, sgombro da alberi; sulla sx al limitare del bosco la strada poderale che sale dalla frazione di Bagnolo, sullo sfondo le montagne dell’appennino prato-pistoiese
panoramica dal costone

della ex cava di serpentino
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Immagine della sezione pratese del Giros riunita alle Volpaie il 4 gennaio 2004, mariti e mogli tutti insieme sulla balconata naturale verso la piana davanti al centro visite non inquadrato sulla dx
la sezione pratese del Giros

riunita alle Volpaie
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Lago scuro in inverno; è la celeberrima località delle Volpaie rammentata in tutte le pagine del giornalino, è area umida e ombrosa, un bel sentiero aperto a mano nel bosco lo raggiunge scendendo lungo il rio secco dall’imbocco del sentiero del pino elefante. accoglie specie vegetali tipiche e felci. Ad ogni piccolo ambiente o percorso è stato dato un nome di ns. invenzione ma con una certa attinenza ed assonanza con la tradizione toscana, così che oggi resta facile e divertente parlare tra di noi di lago scuro, Al cervo morto, belvedere, rio secco, a toma, prataccio, etc. eppoi c’è il continuo riferimento ai luoghi. Lago scuro è continuamente soggetto a lavori di bonifica e pulizia anche perché si estende sulla vecchia discarica di calcinacci e mat. Edile in genere e la vegetazione invasiva, rovi etc prende il sopravvento
Lago scuro in inverno
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 Immagine primaverile del Laghetto del pettirosso e del Centro Visite, sullo sfondo il belvedere sulla piana. Il laghetto è nato nel gennaio 2004 ed ha subito lavori di impermeabilizzazione ed ampliamento nel 2005 così che oggi possiamo già parlare di questa piccola pozza d’acqua come di un piccolo stagno naturalizzato con specie animali e vegetali che vanno via via colonizzandolo rendendogli un reale valore ecologico. D’estate la pozza si secca ma questo è un aspetto del tutto naturale che anzi tende a selezionare le specie in esso viventi. E’ alimentato dal canale dagio, scavato in terra e roccia serpentinose da daniele e giovanni che capta l’acqua superficiale, piovana, da almeno trecento metri a monte. L’acqua che fuoriesce prosegue il percorso verso il rio secco andando a bagnare lago scuro.  Da notare come alle Volpaie tutto abbia un nomignolo esempio la pala che giovanni e tutti poi abbiamo usato per scavare nello stretto si chiama giovanna. Così che adesso possiamo urlarci a distanza: ce l’hai te la giovanna?
Laghetto del pettirosso e Centro Visite
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Giovanni lavora a lago scuro, dietro di sè, coperta, la piccola conca delle felci tra le quali spiccano Osmunda regalis e Blechnum spicant, una specie questa delle alpi Apuane
Giovanni lavora a lago scuro
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Particolare di fiore di Tulipa sylvestris australis;questa specie di tulipano spontaneo sui macereti e prati aridi sopra il costone della vecchia cava sembra non risentire delle incursioni degli istrici e probabilmente di qualche cinghiale che riescono ad entrare da sotto la recinzione portando sempre danni alle piante da noi coltivate. Non è la specie più caratteristica della zona. Infatti  tutto il Monteferrato che si estende anche nel comune di Prato è area serpentinose e Locus Classicus per molte specie vegetali che qui sono state descritte per la prima volta dai Botanici 7-8centeschi. Sono le cosiddette serpentinofite, ben rappresentate anche alle volpaie, specie che si sono adattate a prosperare su queste rocce particolarmente ricche di elementi nocivi quali cromo, cobalto, nichelio e talco
Tulipa sylvestris australis
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25 gennaio 2004. Domenica mattina nella neve. Si sale alle volpaie a piedi anche per l’impraticabilità della strada e si scattano foto per l’occasione ma quel giorno a tradire la reale vocazione di quest’area geografica più mediterranea che continentale ecco spuntare i primi fiori di bucaneve Galanthus nivalis, qui alle volpaie riportato ma comunissimo appena fuori dove forma incantevoli distese fiorite proprio a gennaio
25 gennaio 2004. Domenica mattina nella neve
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Il prataccio: insieme a parte di lago scuro a questo adiacente era la discarica dei calcinacci. E’ stato abbastanza bonificato dalle sterpaglie erbacce e rovi,  e vi è stato aperto un ripido sentiero che scende verso lago scuro. Vi si trovano ancora pezzi di mattonella, di asfalto, pozzetti in cemento, materiale elettrico, polistirolo gomme per auto etc. stiamo cercando di inserire piante ed arbusti. D’estate è invaso da varie piantacce infestanti che del terreno di riporto fanno la loro arma migliore
il Prataccio
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E’ il fiore puzzolente del Dracunculus vulgaris la specie del tutto particolare, avventizia in tutta la toscana e qui riportata da un giardino privato di montemurlo dove il proprietario se l’era visto spuntare tra il lusco e il brusco. Detto toscano. E’ già in vegetazione ora in inverno. Il fiore emana un puzzo nauseabondo che attira le mosche ... vedi l’articolo sul giornalino
il fiore puzzolente del Dracunculus vulgaris
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Il fiore di Barlia robertiana, un’orchidea spontanea italiana tipicamente mediterranea, appariscente, è legata più alle coste che alle valli interne. In prov. Di prato abbastanza rara è coltivata da noi in unico esemplare. E’ un’orchidea dalla fioritura precoce. Già a gennaio inizia lo sviluppo dello scapo fiorale avvolto dalle foglie e già ai primi di marzo la pianta va a fiore
il fiore di Barlia robertiana
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