le foto  del 2004

le foto  del 2005

le foto  del 2006

iscrizioni di pastori in Val Averta

baito Pizzancae

bivio Saline q. 2054

l'asinello di baito Val Bona (ha quindici giorni!)

baito Pizzancae

cresta Pelenzana

 

A Pizzancae 2004, 2005, 2006, 2007, 2008, 2009

la meta

Baito Pizzancae, una casetta di cacciatori recentemente rimessa in ordine. Provviste, stufa, legna, quattro posti letto di emergenza. Un posto isolato dove passano forse 50 persone in un anno.

accesso

A Ziano, venendo dal centro, si segue l'indicazione a sinistra per la frazione di Zanon. La si oltrepassa e si segue la strada che sale leggermente sulla sinistra (c'è un'indicazione agriturismo). Oltre l'agriturismo la stradina diventa bianca. La si segue fino a uno slargo dove si lascia l'auto. Da lì indicazioni per Pineta Coronelle.

il percorso

(2 agosto 2004, Mauro e Anna).

Partenza a quota 1090 ca. Si sale per il sentiero segn. 509 lungo la Val Averta, che in fondo diventa Val Boneta (o Bonetta), una valle che si infila tra Cima Pelenzana e il rilievo di Pizzancae, nella zona meridionale del Latemar (sottogruppo del Cornon). E' un percorso di pastori (di pecore) che hanno lasciato il loro segno con numerose iscrizioni e qualche disegno (vedi foto) con date che risalgono al 1700. Il sentiero passa più volte a destra e a sinistra del torrente, con pendenza variabile ma non stroncante. A q. 1450 circa c'è un tratto attrezzato di circa quindici minuti, da affrontare con attenzione. L'imbragatura risulta superflua per chi ha un po' d'esperienza (almeno con terreno asciutto). Mettetela a bambini e inesperti. Arrivati in alto si apre la valle erbosa e si giunge alla malridotta malga Val Boneta (q. 2035). Da lì si prende il sentiero che risale a sinistra segn. 510. Si giunge a un bivio segnalato (a destra la Porta, diritto la Valle del Rio Bianco) e si prende a sinistra. Si risale fino al pianoro di Pizzancae (splendido), calpestando le stelle alpine e si scende appena arrivando al Baito. Dopo adeguata sosta si riparte seguendo il segnavia 522 che passando per una zona chiamata Mandriolina porta sulla valle del Rio Bianco a q .1300 ca. Il percorso richiede un po' d'attenzione in alcuni punti (su sentierino sotto la montagna). E' necessario prestare molta  attenzione ai segni del sentiero (ma nel 2005 sembra li abbiano ritracciati nuovi, almeno così li abbiamo visti all'inizio del sentiero). Qualche volta  per trovarli occorre proseguire un po' (spesso sono abbastanza distanziati), ma se li perdete tornate indietro, non proseguite; se non vedete i segni per un lungo tratto siete fuori sentiero. Ci sono un paio di punti in cui si rischia di sbagliare. Arrivati nella valle del Rio Bianco la si segue fino al ponte (loc. Salime). Da lì per scendere a Panchià si deve calarsi a lato del Rio Bianco (il sentierino, non segnalato, si stacca dalla strada sulla sinistra circa 50 m. dopo il ponte. Il sentiero prosegue (all'inizio è molto sassoso) fino al paese di Panchià (q. 1000 ca.). Volendo prima di arrivare in paese c'è una stradina che porta a Ziano e da lì si può ritornare all'auto. Noi abbiamo avuto il privilegio del passaggio di Gabriele che da Panchià ci ha riportato a riprendere l'auto

cartina                 le foto del 2004

(10 agosto 2005, Mauro Anna e Gaetano)

Come rinunciare all'escursione a Pizzancae? Certo, non sono in molti che ci vanno, nel diario del passante si vede che nei primi dieci giorni di agosto erano salite fin qui sette persone! Quest'anno  abbiamo dovuto scegliere l'accesso più facile. Da Pampeago si prende la seggiovia sulla destra che porta a q. 2170 (nota del 2009: la seggiovia con funziona nel periodo estivo, occorre fare il primo tratto a piedi - circa 45'): da lì in dieci minuti si arriva a "la Porta" (q. 2155). Passando nei pressi di baito Val Bona, q. 2194 (mucche, asini, un asinello di soli quindici giorni) si traversa fino a Saline, q. 2054). Da lì si risale fino al baito Pizzancae. Questa volta ci sono: un branco di una dozzina di camosci, poco prima del pianoro della cima (sulla sinistra). Altra novità, segnavia nuovi molto evidenti, con molti paletti bianco-rossi; si può pensare a una traversata invernale, se la neve non è troppo alta. Consueto prato di stelle alpine, bellissime! (diverse da quelle di cima Viezzena). Ritorno sulla stessa via, fino a la Porta. Da lì il sentiero prosegue un po' a sinistra (molti mirtilli!) poi gira in basso sulla destra e porta sulla strada che seguiamo fino a Pampeago (con qualche scorciatoia sulle piste da sci, volendo).     le foto  del 2005

 

(7 agosto 2006, Mauro e Anna)

Anche quest'anno scegliamo l'accesso più facile, lo stesso del 2005. Giornata con alternanza di nuvole e un po' di sole. Il quaderno del passante mostra i soliti rari visitatori. Comincia dal 2002, noi ci siamo stati tutti gli anni. Tornando dal baito, incontriamo un signore che ha appena visto un branco di camosci (5). Ci mostra le riprese fatte con la telecamera. Al bivio a q. 2120, anziché tornare per la stessa via, decidiamo di provare un nuovo sentiero (abbiamo visto nuove indicazioni, evidentemente li hanno risegnati quest'anno). Ci dirigiamo a destra, fino a Malga Val Boneta. Da lì si risale una decina di metri e si incontra il sentiero che porta verso la cresta Pelenzana, sopra Predazzo. Arrivati sulla cresta si trova il bivio: a destra verso Cima Pelenzana (di lì si può scendere direttamente a Predazzo), dritti un sentiero che porta direttamente a Predazzo, a sinistra il sentiero che prendiamo noi (segn. 515). Per un tratto segue la linea di cresta, poi intorno a quota 2260 si lascia sulla sinistra il sentiero che porta alla cima del Monte Agnello, poco sopra (q. 2358 - orribile perchè piena di ripetitori) e si aggira la cima arrivando sopra l'arrivo della seggiovia del Monte Agnello (che funziona solo d'inverno). Da qui si segue la stradina e ci si riporta sulla strada che porta a Pampeago. Le macchine fotografiche sono impegnate (dai figli), faccio qualche foto col telefonino 

 

(1 agosto 2008, Mauro e Anna)

Si torna ad un'escursione con un buon dislivello: è una ripetizione della nostra prima escursione a Pizzancae (1987?).

 

(24 agosto 2009)

L'escursione ripete quella del 2004, stavolta chiudendo il giro completamente a Ziano. La Val Averta porta i segni dell'inverno con tanta neve, ma è percorribile senza grandi diffcioltà. Oggi abbiamo il piacere di trovare altri due escursionisti al baito, saliti dalla Porta (senza seggiovia, è chiusa d'estate dall'anno scorso): sono Alfredo e Annamaria, emiliani. Chiedo loro come mai hanno scelto questa meta, così poco nota ... e ho la sorpresa: l'hanno scoperta leggendo questa pagina (me ne mostrano una copia stampata). 

tempi di percorrenza

Partenza q.1090 - attacco tratto attrezzato q. 1450 (1h15') - Malga Val Boneta q. 2036 (1h45') - bivio  q. 2120 (30') - Baito Pizzancae q. 2162 (30') - valle del Rio Bianco q.1300 (1h 45') - Panchià q. 1000 (45')  -  totale 6h30'

variante del 2005 .- arrivo seggiovia q. 2170 - La Porta (10') - baito Pizzancae q. 2162 (1h30') - la Porta (1h30') - Pampeago q. 1750 (1h) - totale 4h10'

variante del 2006 - arrivo seggiovia q. 2170 - La Porta (10') - baito Pizzancae q. 2162 (1h30') - bivio q. 2120 (30') - Malga Val Boneta q. 2036 (15') - cresta di Pelenzana q. 2150 (20') - sotto il monte Agnello q. 2260 (30') - Pampeago q. 1750 (1h15') - totale 4h40'

dislivelli totali

1150↑, 1250↓  (circa)

variante del 2005 200↑, 600↓  (circa)

variante del 2006 400↑, 800↓  (circa)

fiori e animali

Qualche stella alpina prima della Malga Val Boneta, un prato di stelle alpine nel pianoro di Pizzancae, fin sopra il Baito. Nei pressi del Baito, l'anno scorso, un branco di camosci (oltre 10). Quest'anno non li abbiamo visti. Lungo il rio Bianco(sulla riva opposta), un centinaio di metri sopra Panchià un bellissimo capriolo.

2005: marmotte poco oltre la Porta, un asinello di 15 giorni a baito Val Bona, un branco di camosci (una dozzina) poco prima del pianoro di cima Pizzancae

2006: i camosci vicino a Pizzancae li vede il signore che incontriamo; sul sentiero sotto la cima del Monte Agnello incontriamo una piccola vipera bruna, che soffia infastidita: si sposta solo quando gli avvicino il bastoncino

varianti

Dal bivio a q. 2120, si può proseguire per la Porta e scendere fino a Pampeago (facile). Oppure si può scendere fino a Campigoli Lugiano e percorrere tutta la valle del Rio Bianco (facile, consigliabile). Non perdetevi però in questo caso la salita fino al Baito e ritorno o vi tolgo il saluto.

difficoltà

2004: EE +

2005: T

2006: E