le foto del 2004 | le foto del 2009 |
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la meta |
Una traversata che fa apprezzare il vero sapore dei Lagorai, inclusa la difficoltà di orientamento. Le mete principali sono il bivacco degli Slavazi e i Laghetti delle Aie |
accesso |
A Ziano si traversa l'Avisio e si seguono le indicazioni per Sadole e rifugi o Cauriol (attenzione al bivio sulla sinistra, in cui si imbocca via Bosin). La strada risale con pendenza impressionante (segnalato 20%) inizialmente asfaltata, poi diventa bianca, meno ripida e tutto sommato discreta fino a raggiungere l'ampia spianata con il rifugio Cauriol e Malga Sadole, a q. 2600. Qui parcheggiamo l'auto. Per la nuova normativa il rifugio non si può più chiamare così, essendo raggiunto da una strada asfaltata - ora si chiama Baita Monte Cauriol. Noi continueremo a chiamarlo rifugio. E' molto interessante per i reperti della prima guerra mondiale esposti all'interno. E' una zona di guerra e di morte, il vecchio gestore del rifugio ha scritto un'interessante libro che vi consiglio (lo potrete acquistare al rifugio) |
il percorso |
(18 agosto 2004, Mauro Anna Gabriele e Artik). (21 agosto 2009, Mauro e Anna) (15 agosto 2013, Mauro e Anna) La strada che proviene da valle risale verso Forcella Sadole da cui torneremo. Noi invece saliamo poco sopra Malga Sadole e imbocchiamo una mulattiera che taglia in costa la montagna, in direzione della valle. Dopo una cinquantina di metri, nel bosco sopra di noi, una freccia bianco rossa con indicazione Slavazi (2013, la freccia non c'è più ma c'è un'evidente segnavia bianco-rosso). E' il sentiero che risale rapido nel bosco fino alla prima tappa del nostro giro. Volendo fare meno fatica, si può procedere lungo la mulattiera e seguendo le indicazioni si arriverebbe comunque. Stavolta scegliamo il sentierino nel bosco che ci porta rapidamente ma non senza fatica a superare lo spallone di bosco e roccia che sovrasta la spianata di partenza. Superato l'ultimo strappo si sbuca nel pianoro erboso e si vede il bivacco degli Slavazi. E' un posto molto gradevole, con una fontanella d'acqua limpida, lo spazio per fare una bella grigliata e una accogliente baita in legno, consigliabile anche per un pernottamento. Gabriele l'ha provata più volte, con Artik. L'anno scorso anche con Marta e Filippo. Da qui l'escursione presenta alcune difficoltà di orientamento (e questo fa parte del suo fascino, per chi ama l'avventura). La mia descrizione sarà quindi molto dettagliata. L'obiettivo è una traversata fino a Malga Aie, lontana teoricamente meno di due ore, che sulle carte sembra facilitata da un segnavia (in alcune carte numerato 370). Purtroppo il segnavia è molto rado fino a metà percorso, poi scompare del tutto (o perlomeno noi non l'abbiamo visto); (ma nel 2009 è stato in parte ripristinato!). Si comincia dirigendosi verso le "Corone della Stanga", una elevazione a sud - sud ovest del bivacco. Fino al valico i segno ci sono, anche se molto radi e scoloriti. Per trovare il primo, con il bivacco alle spalle ci dirigiamo a ore tre, poco a destra del tubo nero che porta l'acqua al bivacco. Si sale fino a q. 2070 circa e si sbuca sopra la valle. Di fronte a noi la sagoma inconfondibile del Castel delle Aie, a sinistra la piccola elevazione del Mandriccione (croce di vetta). In basso una casetta con il tetto di lamiera. Per scendere nella valle sotto di noi si prende una vecchia stradina militare che si cala ripida con alcuni tornanti. Niente segni, la casetta si perde di vista scendendo, occorre tenersi a sinistra nel pianoro erboso, la casetta si torna a vedere. Il primo segno si ritrova su un albero sotto la casetta, circa 25 metri (di dislivello) a valle a q. 1960. Cercatelo bene lo troverete. Il sentiero si vede a tratti, si perde nell'erba. I segnavia ci sono, anche se radi. Ci si dirige in direzione nord ovest (il sole alle 10 è alle proprie spalle, ci dirigiamo verso Latemar - Corno Bianco). A q. 1915 il sentiero ritorna a dirigersi verso sinistra (verso il Castel delle Aie) e ci porta verso il torrente che si traversa a q. 1855. Si prosegue nuovamente con il sole alle spalle fino ad arrivare ad una stalla diroccata con il tetto in lamiera a q. 1805. Questo è il punto chiave del percorso. Sopra di noi la cresta di montagna (erbosa) aveva mostrato da lontano una lieve insellatura che penso sia l'accesso verso Malga Aie. Guardando la carta, ricordando quanto visto, penso che qui occorra risalire la cresta erbosa in direzione ovest; sono sei, forse sette linee di livello (150 - 175 m., mezz'ora). La carta mostra un sentiero che risale ammorbidendo la (ripida) pendenza con quattro o cinque cambiamenti di direzione. Provate a cercare un segno in direzione ovest, noi non l'abbiamo visto e ci siamo lasciati tentare dal segno che portava in basso (ancora con il sole alle spalle). Nel 2009 da qui i segni ci sono! C'è sia un segno che scende, sia un segno che risale, sulla sinistra, in direzione nord ovest. E' il sentiero giusto! (Nel 2004 c'erano solo i segni verso il basso e siamo scesi: alla sinistra del sentiero che scende la valle con il torrente diventa rapidamente profonda e invalicabile, scendiamo e ci rendiamo conto che la malga si allontana. A q. 1750 il torrente a sinistra è molto evidente, a q. 1710 valichiamo un torrentello, a q. 1660 a un bivio ci teniamo sulla sinistra, finalmente a q. 1550, un ponte (che conclude la strada forestale) ci consente di girare a sinistra, verso la Malga (ora però più lontana). Lungo la strada abbiamo incontrato un formicaio con formiche nere e rosse (vedi foto). Purtroppo la strada forestale scende ancora, fino a q. 1510, dove finalmente incontriamo una strada che risale verso Malga Aie. Un cartello indica la direzione da cui veniamo, c'è scritto "Pian Longo". Boh! D'ora in poi il cammino è lungo ma non vi sono più difficoltà di orientamento. La strada forestale (ci stanno lavorando, due caterpillar) risale verso la Malga, ampia e con pendenza costante. A q. 1850 sulla nostra destra si innesta il sentiero che risale da Malga Toazzo (accesso più diretto dalla valle per le Aie, con partenza Panchià). Il sentiero risale il crinale fino a circa quota 1970, sempre ben segnato, aggirando sul lato est la modesta elevazione a sud ovest della Malga. Arrivati in quota, si trovano tracce di una vecchia strada militare che si dirige verso sud ovest. Dopo poco cessano i segni, ma proseguendo nella stessa direzione si ritrova la strada militare e in pochi minuti siamo alla Malga. Finalmente eccoci alla Malga, superato un ampio tratto di piante di rabarbaro. L'interno ha un bel focolare. Sulla stalla, sopra la malga, un vecchio segno rosso e sopra il fantomatico 370 del sentiero che ora non c'è più. Se fate questo giro in senso opposto, da qui è forse meno problematico scendere fino alla stalla diroccata di cui ho parlato prima (e da qui i segni ci sono). Dalla Malga il sentiero risale (il segnavia è il 354) fino ai Laghetti della Aie, poco evidente su alcuni lastroni inclinati (ma ci sono i segni sugli alberi), molto evidente sopra. I laghetti delle Aie (q. 2170) sono tra i più belli dei Lagorai, quest'anno un po' meno puliti per la presenza dei cavalli che pascolano in riva. Una tendina ci mostra che è un bel punto per bivaccare. Si gira intorno ai Laghetti, si risale sulla sinistra e si sbuca rapidamente alla Forcella delle Aie q. 2262, che si valica per scendere nella Busa del Castel. Di fronte a noi grande veduta su Cima d'Asta. Ripida e breve discesa (tenersi a destra). Dopo una sorgente (tubo nella roccia, ma stavolta non c'è acqua!) incrociamo il sent. 321, la lunga traversata che dalla Forcella di Val Moena porta fino al Passo Sadole. E' il sentiero che seguiamo (piegando verso sinistra). La traversata verso il passo ci fa assaggiare un po' dei grandi massi dei Lagorai, che attraversiamo con attenzione. Artik, il nostro cane, stavolta dimostra la sua esperienza superandoli senza esitazione (la prima volta Gabriele era stato costretto a prenderlo in braccio). Per arrivare a forcella Sadole occorre superare un'ultima salita di una cinquantina di metri in un ripido pendio, quasi un canalone. A forcella Sadole si arriva dall'alto. Di fronte a noi il monte Cauriol, si vedono chiaramente le due vie di accesso alla cima (a destra la via italiana, a sinistra la via austriaca). La discesa è su una sassosa strada militare, poco inclinata perché con diversi tornanti. All'inizio della discesa, un cartello sulla nostra sinistra indica Castel, invitandoci a salire alla cima (ma oggi proprio no). Verso il fondo, prima di scendere nella valle, ad un tornante che gira verso destra proseguiamo diritti con una evidente scorciatoia che ci porta più avanti. Eccoci finalmente in zona di pascolo e, poco più sotto al punto di partenza. |
tempi di percorrenza |
Rifugio Cauriol - Malga Sadole q. 1600 - Bivacco degli Slavazi q.
1955 (1h10') - costa della Stanga q. 2070 (20') - stalla diroccata q. 1805
(40') - ponte q. 1540 (45') - Malga Aie q. 1943 (1h30') - Laghetti delle
Aie q. 2170 (40') - forcella Sadole q. 2060 (1h15') - rifugio Cauriol q.
1600 (1h15') - totale 7h35' nel 2009 e nel 2013 Rifugio Cauriol - Malga Sadole q. 1600 - Bivacco degli Slavazi q. 1955 (1h10') - costa della Stanga q. 2070 (25') - stalla diroccata q. 1805 (40') - Malga Aie q. 1943 (55') - Laghetti delle Aie q. 2170 (40') - forcella Sadole q. 2060 (1h20') - rifugio Cauriol q. 1600 (1h15') - totale 6h25' (nel percorso tra gli Slavazi e Malga Aie si rischia di impiegarci di più per la ricerca dei segnavia e eventuali sbagli di percorso) |
dislivelli totali |
1300↑, 1300↓ (circa) - nel 2009 e 2013 1050↑, 1050↓ (circa) |
fiori e animali |
Dopo la costa della Stanga, di prima mattina l'anno scorso un branco di camosci; quest'anno non li abbiamo visti. Invece avvistate come le altre volte le aquile (due). Un grande formicaio. Poi tra i tanti fiori una spettacolare infiorescenza gialla (si chiama erba aralda). Nella Busa del Castel in basso le marmotte. Nella discesa da forcella Sadole lungo il sentiero un orbettino. Gabriele lo prende in mano. Le foto mostrano quanto visto. Nel 2009 uno scoiattolo tra la stalla diroccata e Malga Aie. In quel tratto tanti mirtilli (buonissimi) |
varianti |
La variante che dal basso della valle sale fino a Malga Aie
è descritta nel percorso, fa risparmiare almeno un'ora. Una
splendida traversata partendo dal Cermis porta fino al rifugio Cauriol
(8-9 ore di cammino). Ve la consiglio. All'arrivo fatevi raggiungere da
figli e/o amici, cenate al Cauriol (si mangia benissimo) e poi penserete
a recuperare l'auto. L'accesso diretto ai laghetti delle Aie parte da
Panchià. Se fate il percorso nel senso inverso i punti chiave sono 2: - alla malga Aie, seguite la strada forestale in leggera salita andando dritti anche quando temporaneamente scompare, fino a trovare i segnavia (cominciano con una freccia rossa che indica Castelir, a circa 10 minuti dal rifugio) che portano in basso alla stalla diroccata. - da lì alla corona della Stanga vi guida la croce di cima del Mandriccione. Arrivati in cima alla corona della Stanga, proseguite sulla sinistra (qualche segno c'è, cercandolo con attenzione) |
difficoltà |
EE+ (per le difficoltà di orientamento). Il sentiero è EE in diversi punti. |